Onivà Cuisine Kit – Sushi 🍣🇯🇵

Uno dei tanti luoghi comuni sul Giappone è che tutta la sua cucina si riassuma nel sushi e che il sushi sia riducibile a “pesce crudo sul riso”. Niente di più sbagliato.

Non solo la cucina giapponese è ricca di sapori e ricette (una la trovate qui) ma anche prendendo in considerazione solo il sushi siamo di fronte a un mondo pieno di varietà e soluzioni.

A seconda degli ingredienti usati e del tipo di presentazione, il sushi può prendere la forma di maki (i piccoli rotolini con all’interno il pesce e fuori l’alga nori), nigiri (i bocconcini di riso con sopra un pezzo di pesce crudo), uramaki (i roll di riso con all’interno pesce, verdure ed altri ingredienti), temaki (i coni di alga ripieni di pesce e riso) o sashimi (fettine di pesce crudo sapientemente tagliate) e parliamo solo delle forme più note. Grazie alla fama di cibo light ma allo stesso tempo estremamente nutriente e gustoso, oggi il sushi è diffusissimo in tutto il mondo. Una diffusione che ne ha apportato un’ulteriore evoluzione grazie all’unione con diverse cucine.



Un po’ di storia
All’apparenza è uno dei cibi più semplici ed essenziali ma in realtà preparare il sushi è una vera e propria arte, consolidatasi nel corso dei secoli. Nonostante sia il cibo più diffuso in Giappone, le sue origini sono Cinesi e risalgono a circa 2000 anni fa, all’inizio non era un vero e proprio piatto ma un sistema di conservazione del pesce che veniva pulito, salato e arrotolato nel riso cotto che, con la sua fermentazione, consentiva una conservazione per diversi mesi. Quando arrivava il momento della consumazione, il riso veniva buttato via. Solo intorno al 1300 si decise di non buttare via il riso ma di consumarlo insieme al pesce, così nacque il Namanare, la prima forma di sushi. La ricetta prese piede e, nel corso del tempo, molti furono i perfezionamenti; durante il periodo Edo il Giappone, rimanendo quasi isolato dal mondo, cominciò a personalizzare sempre di più la sua cucina senza ricevere influenze esterne. Proprio in questi secoli nacque l’haya zushi, il sushi veloce, in cui il riso fermentato fu sostituito con riso bollito condito con aceto, pesce fresco, verdure ed altri ingredienti. Il sushi che conosciamo oggi iniziò a diffondersi nel 1800 grazie ad un ambulante che per evitare di far deperire il pesce, in attesa di essere consumato, lo marinava con aceto o salsa di soia e lo scottava leggermente per poi tagliarlo in fettine sottili che disponeva su delle piccole palline di riso, pressate con le mani, condito con aceto, nacque così il nigiri zushi (nigiri vuol dire “stringere nel pugno”), in questa preparazione egli aggiungeva un po’ di wasabi per “nascondere” eventuali sapori forti derivanti da un leggero deperimento del pesce. La svolta finale verso il sushi odierno si ebbe negli anni intorno al 1950, quando un gestore di un ristorante, per abbassare i costi ed accontentare più clienti possibili, inventò il kaiten zushi, il celebre nastro girevole, introducendo diverse varianti di sushi che tutt’ora continuano ad aumentare. Ora è il vostro turno, quale sarà la vostra variante?

✨Gli ingredienti ✨
Data la numerosità di varianti, anche gli ingredienti che lo compongono possono essere i più disparati, i principali restano comunque il riso, bollito e condito con aceto di riso e zucchero; il pesce di varie tipologie, crudo cotto o scottato o, al suo posto, verdure e uova; le alghe nori; il wasabi, la pasta piccante derivante dalla radice dell’omonima pianta. Il sushi viene servito sempre accompagnato da salsa di soia e zenzero marinato (bianco o rosa).

Curiosità

Il sushi cominciò a diffondersi in Occidente solo del 1953 quando, durante un ricevimento all’ambasciata giapponese a Washington, il principe Akihito lo fece assaggiare ad alcuni ufficiali americani.

Lo zenzero che viene servito insieme al sushi serve per pulire la bocca tra due diversi tipi di sushi, per poter apprezzare meglio il sapore di ognuno.

In Giappone, sprecare la soia è considerata un’offesa, così anche far cadere piccoli pezzetti di riso nella sua ciotola. Va consumata con parsimonia, poca per volta, la soia versata deve essere quella sufficiente per il sushi consumato. 

Uno dei tipi di sushi più prelibati e più costosi del Giappone è quello di fugu (pesce palla), però solo alcuni chef hanno la licenza di prepararlo perchè è estremamente pericoloso. Se non tagliato correttamente infatti può sprigionare la tetradotossina, un veleno mortale.

Il wasabi che comunemente ci viene servito, anche quello che troviamo al supermercato, non è vero wasabi, ma pasta di rafano con colorante verde. Il procedimento di coltivazione della pianta e la conseguente estrazione della pasta dalla sua radice è molto complesso e lungo. L’importazione del prodotto ha costi altissimi, è pertanto difficile trovare il vero wasabi, che rimane decisamente più costoso della comune pasta di rafano.

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