Il team Onivà nel mondo – Angelica alle Azzorre 🇵🇹

Le Azzorre sfidano il comune senso della realtà. Avete presenti quei colori così intensi?

Quei toni così vivi da attaccarsi immediatamente alla memoria per non lasciarla più? Ecco, anche voi fareste fatica a credere che uno spettacolo del genere sia reale.

Continuano le storie del Team di Onivà accanto a quelle dei nostri Viaggiatori. Oggi andiamo nella Azzorre con Angelica.

Lo scorso agosto, in un viaggio con le amiche per festeggiare i nostri 30 anni, mi sono innamorata di quel cielo dai colori pieni e di una vegetazione verde brillante. Del colore delle ortensie ad ogni angolo e del giallo incredibile di questo fiore dal nome impronunciabile. Di una terra quasi inesplorata e della sensazione che tutto possa essere possibile. Siamo partite in tre, per la prima volta. Con quella parte incognita del viaggio che ti regala un’agitazione piacevole, quel brivido che ti fa preparare la valigia con entusiasmo e curiosità.

Abbiamo dormito una notte nella caotica Lisbona e quando siamo arrivate sull’isola più grande delle Azzorre, Sao Miguel, abbiamo trovato angoli infiniti, silenzi assordanti e la curiosità di addentrarci in quel panorama incredibile.  Facciamo un tour in quad che ci porta, attraverso le stradine perse nella natura, direttamente a Sete Cidades. Ed ecco lo spettacolo: un lago verde e uno azzurro, che si toccano ma non si mescolano, al centro di un panorama mozzafiato che fa avvertire quella sensazione di sorpresa intensa, vera.

Abbiamo trascorso un giorno di pioggia immerse nell’acqua bollente con le gocce che ci bagnavano il viso dall’alto. Lì abbiamo chiuso gli occhi e ci siamo concesse il lusso di essere felici. Abbiamo pranzato in riva a un mare burrascoso e rumoroso, con la pioggia e la coperta calda per non sentire freddo. Abbiamo riso molto, abbiamo riso davvero.

Abbiamo rincorso il sole più volte per non perdere il suo tuffo nel mare, correndo per arrivare nel posto giusto al momento giusto e lì fermarci, ancora una volta in silenzio ad aspettare. E davanti ai nostri occhi ogni volta, un’esplosione di colori, un’energia che toglie il fiato e che fa commuovere, ogni volta un’emozione nuova.

La prima volta con i piedi nella sabbia scura e una birra in mano guardando quelle immense rocce ferme e impassibili in mezzo all’oceano, incuranti di ciò che le circonda. La volta inaspettata sugli scogli quando il cielo è diventato di un fucsia intenso e accecante e si è mescolato con il mare.  E la volta sulla panchina, la nostra panchina, che abbiamo condiviso in silenzio con tre signore. Fino a quando, nella luce accecante di un cielo senza sole, siamo scoppiate tutte a ridere. Apparentemente senza senso ma così realmente felici.

Abbiamo lasciato l’isola dopo aver visto il giorno nascere da dietro la luce intermittente del faro, dopo aver osservato il cielo cambiare colore da una tavola da surf, dopo aver camminato tra le piante di tè così perfettamente allineate e rigorose, dopo aver accarezzato delle mini ananas non ancora gialle, dopo aver pagaiato per raggiungere il cratere di un vulcano in mezzo all’oceano e dopo aver ascoltato la banda di percussioni.

Abbiamo lasciato l’isola con la consapevolezza di aver visto una parte del mondo che non conoscevamo e che dimenticheremo mai. Abbiamo condiviso la ritrovata gioia dei primi viaggi, quando tutto è una scoperta, quando gli occhi hanno sete di vedere cose nuove e quando ci si addormenta per la prima volta accompagnati dal suono del mare.

Abbiamo lasciato l’isola certe però di aver lasciato un pezzetto di noi sulla nostra panchina con vista infinito.