Il team Onivà nel mondo – Sara e la Sicilia 🇮🇹

Continuano le storie del Team di Onivà accanto a quelle dei nostri Viaggiatori.Oggi andiamo in Sicilia con Sara.

Quando vedo le luci dello Stretto, il cuore fa una capriola all’indietro.

La Sicilia l’ho sognata per molto tempo e mentre la percorro da est a ovest, attraversando le sue strade fatte di aranceti, campi di grano e pomodori lasciati seccare al sole, mi si mostra in tutta la sua bellezza. Spesso aspra, mai banale.


Da Mineo, piccolo paesino del Calatino dove fanno la granita e la brioscia più buone di tutta la Sicilia, arrivo nella bianca e lucente Ortigia, a Siracusa. Mi siedo sui gradoni del teatro greco, al tramonto, dopo aver percorso i vicoli del centro storico tra chiesette e scorci imperdibili, fino all’immensa Piazza Duomo. Qui mi tornano in mente le tragedie dei grandi della letteratura greca studiate al liceo. Proprio qui, Eschilo nel 470 a.C. rappresentò Le Etnee.


Continuo il mio on the road nel Vallo di Noto, tra Modica, Ragusa e Scicli, per spingermi fino alla cuspide meridionale, visitando Pachino e la piccola Marzamemi – quasi sconosciuta fino a un paio di anni fa, ora diventata un must per chiunque visiti l’isola.


Mi lascio alle spalle il Barocco siciliano e i cagnoni dei balconi di Noto e arrivo ad Agrigento, dove il cuore fa di nuovo le acrobazie alla vista della Valle dei Templi, un luogo incredibile, ricco di storia e di fascino. Qui c’è il tempio della Concordia, uno dei templi meglio conservati al mondo.


Da Agrigento, passando per Selinunte, raggiungo Marsala – una vera perla dove ho avuto modo di assaggiare un appetitoso pane cunzato – e da qui parto per un’escursione in giornata a Favignana, isola di straordinaria bellezza dove la natura domina ancora incontrastata. Mi tuffo nelle sue acque cristalline e, galleggiando a pelo d’acqua, riesco a vedere i miei piedi che oscillano avanti e indietro, circondati da tanti piccoli pesci. Il mio è davvero un Paese incantevole, penso tra me e me.


Lascio Marsala e, dopo una visita prima a Segesta, poi a Erice, mi fermo per una breve sosta a San Vito Lo Capo, dove mi concedo un delizioso caldo-freddo, utile a combattere l’afa d’agosto. Da San Vito, dove provo per la prima volta l’esperienza del campeggio, parto di buon mattino per raggiungere la Riserva dello Zingaro, un Parco marino protetto fatto di numerose calette raggiungibili solamente a piedi. Decido di piantare l’ombrellone – non senza poche difficoltà, vista la sabbia di ciottoli – a Cala Marinella, e mi godo un po’ di snorkeling, prima di rimettermi in viaggio lungo la Palermo – Catania.


Questa strada, dove nel 1992, all’altezza di Capaci, si compì uno degli attentati più spietati della storia d’Italia, mi riporta verso quella che oramai è per me una seconda casa per gustare ancora un’altra granita a mandorla e un’altra brioscia appena sfornata e che profuma di burro e zucchero, prima di far ritorno nella Tuscia, terra di Etruschi, terme, papi e borghi medievali.

Ni viremu a prossima ‘stati, Sicilia bedda.